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Baby-Account collegati ai genitori: la novità di Facebook 12:00 - 14 Giugno 2012

Sempre più alto il numero di under 13 connessi a Facebook, anche se non si potrebbe. Ma sono in arrivo nuove strategie dal Social di Zuckerberg
Un motivo in più per fare attenzione alla navigazione dei minorenni in rete. Iscriversi ad un social ha le sue regole e queste riguardano in particolare gli utenti più giovani. In teoria, non è consentita l'iscrizione a Facebook ai minori di 13 anni, ma non è difficile aggirare l'ostacolo. Moltissimi infatti mentono sull'età, e inseriscono date di nascita fasulle. Questo sta creando non pochi problemi, anche perché l'azienda ormai quotata in borsa è tenuta a richiedere (e a ottenere) il consenso dei genitori prima di raccogliere i dati personali dei minori.
Ma quanto è esteso questo fenomeno? Secondo un rapporto dei consumatori del 2011, sono circa 7,5 milioni gli utenti under 13 che utilizzano Facebook. E la cosa più sorprendente è che i 2 terzi (5 milioni) hanno meno di 10 anni. Inoltre, uno studio di Microsoft Research mostra che il 36% dei genitori sa che i propri figli usano Facebook.
Non sempre questa consapevolezza è però collegata all'attenzione. E il fatto che i genitori siano d'accordo su una parte della navigazione, alle volte autorizza i figli a fare anche quello che i genitori non approverebbero mai. Soprattutto su un social, dove per perdere il controllo della situazione basta un attimo, o dove il rischio che i propri dati personali (e le proprie foto) siano male utilizzati è sempre molto alto.
Dovendo adesso fare i conti con azionisti, autorità e legislatori, Facebook non poteva continuare a ignorare l'importanza di proteggere la navigazione dei più giovani. Attualmente sarebbero al vaglio una serie di iniziative che assicurerebbero un maggior controllo. Piacerà meno agli adolescenti vicini ai 13 anni, ma sarà sicuramente un modo per difendere i più piccoli.
Il nuovo meccanismo preso in considerazione prevede che gli account dei bambini siano collegati a quelli dei loro genitori, in modo che questi possano autorizzare le amicizie dei figli e le applicazioni da usare. Una novità interessante, dunque, che pur lasciando piena autonomia ai figli, consentirà ai genitori di non perdere di vista le loro abitudini in rete. Un po' come nella vita reale, dove nessuno si sognerebbe mai di far uscire i propri figli con gente che non si conosce.
Per una volta, avvicinare il virtuale al reale potrebbe non avere esiti imprevisti. Ma la certezza che entrambe hanno bisogno della stessa attenzione.


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