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“Mettiamoci in gioco”: la campagna nazionale contro il gioco d'azzardo 12:01 - 15 Giugno 2012

La ludopatia è un fenomeno preoccupante in continua crescita. A fronte di un aumento del gioco d'azzardo, sorgono iniziative per arginare il problema.
La ludopatia può essere definitiva semplicemente come “malattia del gioco”. Si tratta di una vera e propria dipendenza, ed è un fenomeno preoccupante in continua crescita. Secondo l'Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) coinvolge il 3% della popolazione adulta, circa un milione e mezzo di italiani, ma il primo approccio al gioco avviene durante l’adolescenza.
Come molte patologie di questo tipo, è fin troppo semplice venirne a contatto: inizia come un banale diversivo, un modo per “provare il brivido” della scommessa e dominare la fortuna. Molte pubblicità tendono anche a presentare il giocatore con valori vincenti, positivi, risolutivi. Sono tutti messaggi fortemente ambigui. In realtà il gioco si radica ben presto nell'abitudine e può diventare un'ossessione. E poi è tutto un percorso in salita. Guarirne richiede tempi lunghi, con programmi di recupero e affiancamento da parte di professionisti.
Nel 2011 il mercato del gioco ha sfiorato gli 80 miliardi di euro, una cifra da capogiro che ha reso l'Italia uno dei primi paesi per spese pro-capite. Insieme agli introiti, cresce però anche la spesa sanitaria, sociale e legale per curare questa patologia.
Per questo è partita una campagna di sensibilizzazione dal nome “Mettiamoci in gioco”, promossa da 16 associazioni impegnate nel contrasto alla ludopatia, con incontri settimanali a Roma. La campagna ha l'obiettivo di informare sulle conseguenze del gioco, ma risulterebbe isolata se non fosse collegata a delle iniziative governative. È infatti al vaglio un disegno di legge del Senato per contrastare il fenomeno. Si articola in diverse norme e sarà a carico del Fondo Sanitario Nazionale e del Fondo per le Politiche sociali.
Si tratta innanzitutto di istituire un Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d’azzardo, presso il Ministero della Salute, con il compito di “monitorare il fenomeno della dipendenza patologica da gioco d’azzardo, con particolare riferimento ai costi sociali, economici e psicologici associati al gioco eccessivo, nonché ai fattori di rischio, in relazione alla salute dei giocatori e al conseguente indebitamento delle famiglie”. Inoltre verrà ridotta dello 0,1% la remunerazione degli operatori e dei concessionari di slot e macchinette.
Maggiore attenzione anche ai minori di 18 anni. In analogia con i distributori automatici di sigarette, il decreto prevede, entro 6 mesi, l'introduzione di sistemi di blocco nelle slot. Per giocare sarà necessario inserire la tessera sanitaria o il codice fiscale, così da impedire ogni ingresso non autorizzato. E per ogni sessione di gioco, al momento dell'accesso, compariranno messaggi deterrenti contro la dipendenza da gioco.
Per chi non rispetta le regole, consentendo l'azzardo ai minori, le sanzioni andranno dai 5.000 ai 20.000 euro e comporterà la chiusura dell'esercizio da 10 a 30 giorni. Le entrate derivanti dalle nuove sanzioni verranno destinate alla cura dei giocatori patologici.
Insomma, si vuole rendere sempre più complessa l'abitudine al gioco.
Speriamo sia la volta buona.


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