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Abbasso i bulli 16:53 - 4 Settembre 2012

In libreria "Abbasso i bulli", un saggio che tratta l'argomento bullismo attraverso la forma del racconto, fornendo suggerimenti a genitori e operatori scolastici per prevenire e curare chi infierisce e chi subisce.
Segnaliamo e riportiamo un articolo di Silvana Mazzocchi su "La Repubblica", 31 agosto 2012:

<< Il bullismo nelle scuole, ma anche in strada e nei luoghi della socialità infantile è un fenomeno in continua crescita e si diffonde più in Italia che altrove. Bambini, ragazzini adolescenti, in prevalenza maschi (anche se l'impennata riguarda da tempo anche le femmine, comunque più inclini al bullismo psicologico) prevaricatori, manipolatori e prepotenti con uno speculare elevato numero di "vittime": il 41% nella scuola primaria e il 26% in quella media, gli alunni che hanno subito soprusi. Il dato è il risultato di uno studio coordinato da Ada Fonzi, professore emerito in Psicologia dello sviluppo all'Università di Firenze, un'autorità nell'analisi del settore e autrice (insieme con la figlia Carlotta, esperta di cinema) di "Abbasso i bulli. Come guarire prepotenti e vittime", appena arrivato in libreria per Ponte delle Grazie. Un saggio che, attraverso la forma del racconto, propone tutto ciò che c'è da sapere sull'argomento. E che apre un'utile finestra su quanto genitori e operatori scolastici possono fare per prevenire e curare chi infierisce e chi subisce.
Michele ha nove anni, va a scuola malvolentieri e spesso inventa ogni scusa per rimanere a casa. Risponde a monosillabi ai genitori che cercano di capire il suo comportamento e si chiude sempre più in se stesso. Non parla di quello che gli tocca subire in classe, dove alcuni coetanei, guidati da David, ragazzino smargiasso e arrogante, lo deridono, lo umiliano e, a volte, perfino lo picchiano. Le maestre sembrano non vedere e non sentire, i compagni di classe tacciono, forse per paura, e neanche i genitori si sono mai accorti di nulla. Ma l'incubo continua... Finché un giorno Michele urla in faccia a mamma e papà quello che gli succede. Ed è l'inizio di un percorso, difficile, doloroso, ma anche costruttivo. E' suo padre la voce narrante del libro: in principio reagisce con rabbia, poi subito, insieme con la moglie Luisa, si responsabilizza e inizia a scavare nella sua infanzia, quando era lui il bullo a scuola. Contemporaneamente però cerca anche un confronto con la direttrice scolastica. E si apre uno spiraglio, un lavoro comune. La scuola affida a una psicologa il compito di discutere il problema con gli alunni e lei comincia a insegnare come distinguere tra amicizia, prevaricazione, solidarietà. In breve, parla ai bambini di come contrastare quell'analfabetismo emotivo che troppo spesso blocca grandi e piccini. E, attraverso il racconto, emerge come non sia giusto e non serva delegare soltanto alla scuola il compito di intervenire. Solo attraverso la collaborazione tra insegnanti, operatori e genitori, si può raggiungere un risultato positivo per arginare un fenomeno che riguarda certo i ragazzini vittime, ma anche i prevaricatori, in qualche modo vittime essi stessi di un disagio che li spinge al sopruso e alla violenza. Ciascuno ingabbiato nel proprio ruolo, spesso complementare e perfino intercambiabile.
La conclusione del libro è aperta e illuminante; non c'è lieto fine, ma solo un positivo risultato dialettico e di scambio, realistica premessa per poter ripartire verso la soluzione.

Quali sono i dati del bullismo in Italia?

"In base agli studi condotti in Italia dal gruppo di ricerca dell'Università di Firenze (coordinato da Ada Fonzi (Il bullismo in Italia n. d. r), emerge innanzi tutto che il bullismo in Italia è molto più elevato che altrove. Da noi gli indici complessivi andavano all'incirca dal 41% nella scuola primaria al 26% nella scuola media per quanto riguarda il numero degli alunni oggetto di prepotenze. Dati più recenti sono quelli forniti da Eurispes-Telefono Azzurro (secondo l'8° Rapporto Nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza - realizzato nel 2007 su un campione di 1680 bambini tra i 7 e gli 11 anni e 1950 adolescenti tra i 12 e i 19 anni - il 27% dei bambini e il 35,6% degli adolescenti dichiara di subire costantemente atti di bullismo quali provocazioni e prese in giro. Il luogo in cui si verificano più spesso comportamenti di questo tipo è la scuola, seguita dalla strada o piazza. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi, ( fatta eccezione per "l'esclusione" e "l'isolamento dal gruppo", modalità più tipicamente femminili). Tale differenza fra i risultati delle due indagini potrebbe essere dovuta da un lato alle diverse metodologie di ricerca - la prima su presupposti psicologici e la seconda sociologici - e dall'altro a nuove forme di bullismo (cyberbullismo)".

Che cosa spinge un ragazzino/a a infierire su qualcun altro?

"Non esiste un unico fattore per spiegare il fenomeno del bullismo, ma una multicausalità. Tra i fattori che emergono come particolarmente salienti citiamo il genere, le caratteristiche di personalità, le relazioni familiari, la dinamica della classe e il rapporto fra tutti questi elementi. Due dati che giocano un ruolo fondamentale sono il contesto culturale in cui il fenomeno si verifica e il cosiddetto "disimpegno morale" a cui sono esposti i giovani di specifiche realtà sociali. Ci riferiamo, ad esempio, ad aree con un alto tasso di criminalità, dove le tradizionali differenze di classe e di censo perdono di importanza. Si assiste ad una continua interazione fra caratteristiche personali e condizioni socio-ambientali che si evolve costantemente. Un chiaro esempio è il sempre maggiore coinvolgimento delle femmine soprattutto nel bullismo virtuale".

Qualche consiglio ai genitori per scoprire e per intervenire.

"Occorre subito sottolineare il fatto che i ragazzi raramente riferiscono le loro difficoltà sia agli insegnanti che ai genitori. Vi è quindi una disattenzione degli adulti verso il fenomeno del bullismo, a cui spesso fa invece da contraltare, da parte dei genitori, un improvviso atteggiamento recriminatorio nei confronti della scuola, una volta scoperta la vittimizzazione del proprio figlio. La vera ricetta consiste nel mantenere sempre aperto il dialogo con il proprio bambino, non drammatizzando né sottovalutando le difficoltà che questo incontra a scuola. Questo dialogo deve coinvolgere anche gli insegnanti, per individuare insieme le strategie di contrasto più efficaci e creare un clima di rispetto reciproco e di collaborazione". >>

Ada e Carlotta Fonzi
Abbasso i bulli
Ponte delle Grazie
Pagg 140, euro 14


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